Ricerca nel setting


Per la Presentazione di Giovanna Goretti v. Richard and Piggle, n.1, 2015

Ricerca nel setting. Studi sul singolo caso: soggettività e conoscenza psicoanalitica

Di R.D.Hinshelwood

FrancoAngeli 2014
Collana: Psicoanalisi contemporanea: Sviluppi e prospettive
diretta da Anna Maria Nicolò Corigliano e Vincenzo Bonaminio
Pagine: 238
Prezzo: 32 €

Edizione Italiana a cura di Stefania Marinelli

 

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Ricerca nel setting
Studi sul singolo caso: soggettività e conoscenza psicoanalitica
R.D.Hinshelwood
FrancoAngeli 2014

Bruna Rossi

Il libro di Robert D. Hinshelwood “Ricerca nel setting”(2013) tratta il complesso e tuttora discusso tema della scientificità della Psicoanalisi. La domanda a cui la trattazione cerca di rispondere è: “la Psicoanalisi è una scienza?”. Diversamente dalla maggior parte della letteratura inerente al tema, la quale vede più che altro una contrapposizione tra Psicoanalisi e ricerca scientifica, o nel migliore dei casi parla di una contaminazione dei due metodi, Hinshelwood sottolinea la relazione che nasce dal confronto costruttivo di queste discipline. La questione riguarda un’apparente polarizzazione che vede il metodo delle Scienze Naturali come operazionale, oggettivo, rigoroso, testabile e quantitativo, mentre il metodo clinico è sempre stato visto dalle critiche come metafisico, soggettivo, intuitivo e non testabile. La discussione nasce dal fatto che la Psicoanalisi si interessa dell’esperienza umana, il suo campo d’osservazione è soggettivo, così come il suo strumento di conoscenza, ed è inoltre portatore di cambiamento; ma soprattutto la Psicoanalisi è una teoria basata sul singolo caso, causa della frammentazione teorica, principale accusa della comunità scientifica. Lo scopo seguito da R. D. Hinshelwood nella sua opera, è stato quello di estrapolare un metodo di ricerca che renda rigorosa la conoscenza della vita psichica e che risolva la difficoltà della trasformazione oggettiva dell’unicità dell’esperienza umana; il suo modello logico permette di muoversi tra la Babele delle teorie psicoanalitiche, fornendo una chiave di lettura comune alle diverse scuole. Il risultato del lavoro è un metodo che restituisce dignità scientifica all’edificio teorico psicoanalitico, una metodologia ben definita su cui l’analista potrà contare concretamente quando si troverà di fronte al suo paziente. Nella sua opera l’autore accompagna il lettore in un percorso logico, che permette di comprendere le ragioni del suo lavoro e di avere chiari gli elementi che costituiscono il metodo di ricerca proposto per la Psicoanalisi: Hinshelwood affronta prima le motivazioni delle accuse mosse alla disciplina, passando per una breve ma rappresentativa rassegna di ricerche dentro e fuori dal lettino, nel tentativo da parte della Psicoanalisi di validare la sua conoscenza e di rispondere alle critiche; prosegue con l’esplorazione delle fonti di conoscenza e dei diversi modi di fare ricerca, sottolineando limiti, pregi e punti di incontro del metodo scientifico e psicoanalitico; riporta le posizioni di autori come Popper, Grünbaum e altri, che hanno contribuito alla letteratura sul tema in questione; ma soprattutto dedica ampio spazio alla voce di Freud, riprendendone la posizione e l’idea di scientismo, base da cui è partito per la costruzione del suo modello logico, come se volesse portare a termine il lavoro di validazione scientifica iniziato dallo stesso Freud, sottolineando anche l’unicità della conoscenza psicoanalitica. Sulla base delle questioni affrontate, l’autore presenta gli elementi che costituiscono il modello logico di ricerca proposto (teorie cliniche, teorie metapsicologiche, interpretazione, transfert/controtransfert, ecc.), fornendo esempi concreti di materiale clinico. Quello presentato è un metodo di ricerca che dimostra quanto la Psicoanalisi si avvicina alle Scienze Naturali, pur trattando lo studio di singoli casi, ricordando allo stesso tempo che si tratta non di una ricerca accademica ma di un’azione terapeutica (affermazione dello stesso Freud). Hinshelwood trova all’interno del metodo psicoanalitico un modello che faccia viaggiare la disciplina su un binario parallelo a quello delle Scienze, mantenendo allo stesso tempo l’unicità di trattare il materiale soggettivo, e senza correre il rischio di fare promozione personale delle proprie teorie. Lo scopo della trattazione è quello di presentare un protocollo che testi la conoscenza psicoanalitica attraverso effetti osservabili tratti dall’uso dello strumento principe della Psicoanalisi, l’interpretazione. Il modello logico proposto sembra essere il risultato di una storia di ricerche e discussioni intorno alla natura della Psicoanalisi, poiché raccoglie in sé sia l’accento ermeneutico sui significati che la nozione scientifica di causalità.

Quindi alla domanda iniziale “la Psicoanalisi è una scienza?” la risposta è si, grazie ad un metodo affidabile che testi le teorie senza perdere la specificità soggettiva del suo materiale, perché «i clinici hanno bisogno di certezze,…per conseguire ciò che si richiede loro» (Hinshelwood, 2013). C’è un’affermazione di R. D. Hinshelwood tratta dal convegno alla Sapienza di Roma per la presentazione del libro, la quale racchiude l’essenza di tutto il suo lavoro, e che permette al lettore di comprendere la complessità e al tempo stesso la semplicità pratica del modello logico proposto: «teorie e modelli non bastano quando approcciamo i pazienti;…non dobbiamo preoccuparci dei nostri modelli, ma accertarci che corrispondano a qualcosa nel paziente, e l’inconscio è la conferma» (2014).

 

 

 

 

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